LA CAMERA SAMBO
Compagnia di Danza Maria Luisa Mariotto
Domenica 17 settembre 2006
ore 21,00
Coreografie: Maria Luisa Mariotto
Musiche: AA. VV.
Interpreti: Marina Andreeta, Savina Casarin, Giovanna Ceccon, Laura Ceccon, Dora Del Savio, Lisa De Luca,
Laura Giust, Aurora Mondello, Michela Gusso,
Sabrina Magris, Alessandra Tubiana, Diana Palù
Lo spettacolo si ispira al romanzo del filosofo Mircea Eliade ”La foresta proibita” nel quale il protagonista racconta che da bimbo entrò un giorno in una stanza, all’interno della quale ebbe una strana sensazione:”::::mi sembrava che tutto la dentro stesse sospeso in una luce verde…Ho capito che esiste qui, sulla terra, vicino a noi, alla nostra portata e tuttavia invisibile …esiste uno spazio privilegiato…che se hai avuto la fortuna di conoscerlo, non puoi più dimenticare….”
Per Eliade si tratta dell’irruzione dello straordinario nell’ordinario, una sorta di “vertigine domestica” che annulla i riferimenti consueti, confondendo la logica cartesiana. Lo spettacolo si muove alternando la mise en scene del quotidiano, con gli ingressi degli interpreti nella camera sambo.
Sull’evocativo canto delle Faraualla, la scoperta della camera Sambo assume i toni dell’esperienza estatica, per cui si ha la sensazione della perdita di se.
La ripetizione dei gesti, la fretta dei movimenti, la disattenzione per gli eventi, il vuoto parlare, definiscono i caratteri del quotidiano.
Nel momento in cui vi è il passaggio nella camera sambo, si delineano nuovi aspetti. Ecco allora che dopo aver indossato e tolto le giacche, solo chi è in grado di porre il dubbio e di percepire l’incertezza del reale, potrà incontrare una differente visione delle cose.
La camera sambo diventa il luogo, aspaziale ed atemporale, ove risulta immediata una sorta di introspezione. L’indagine femminile sembra essere più adatta e più disponibile, rispetto a quella maschile, a questo tipo di ricerca. Gli assoli raccontano dell’individuo, dell’infanzia, dell’approccio alla vita, di una maniera di essere non sempre accettata, bensì in via di costrizione. Ogni brano musicale è una narrazione.
La camera sambo assume il ruolo di rigeneratrice e mette in difficoltà coloro che non sanno staccarsi dalla materialità, dall’oggetto fisico, per vedere altrove, qualche cosa di più, di spirituale.
Compare l’acqua, simboli materno che, non solo rigenera, bensì concede una nuova nascita. Così il crepitio del fuoco disfa la gerarchia del gruppo, facendone crollare le dinamiche di omogeneità. L’ultimo passo a tre ha lo scopo di reinventare, poichè ciò che possiamo veramente fare è vivere luoghi analoghi con modalità differenti. Così infine, gli interpreti sapranno cogliere gli eventi, senza che gli eventi colgano loro e solo allora riconosceranno che quelli caduti sono petali. In qualche modo lo straordinario si sarà svelato e la “Camera Sambo” avrà lasciato a ciascuno una forza ed una calma che conforta l’idea del vivere.
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